“Colui che rispetta l’ambiente salva la terra e non la padroneggia né l’assoggetta” (M. Heidegger)

lunedì 18 giugno 2012

La Green economy aiuta la ripresa economica, crea occupazione e domanda interna

Nel 2010 l'Unione Europea è stato il terzo Paese per emissioni di Co2, con il 40% del totale delle emissioni della Cina e i 2/3 di quelle degli Stati Uniti. Ne consegue che se "una più forte green economy in Italia può contribuire poco alla risoluzione dei problemi ambientali globali, può però contribuire molto esportando le tecnologie in cui il nostro Paese è leader, dalle rinnovabili al riciclo dei rifiuti, oltre che aiutare a migliorare la qualità della vita, delle campagne e delle coste". Così Duccio Bianchi dell'Istituto di Ricerche Ambiente Italia, intervenuto al convegno "Idee e proposte per la green economy" organizzato da Legambiente in vista di Rio +20. La cosiddetta "ecoindustria", ovvero quelle attività industriali che vanno dalle rinnovabili alla gestione delle acque, dei rifiuti, del rischio sismico e idrogeologico alla mobilità urbana, rappresenta già una realtà imprenditoriale di rilievo: su scala Europea, secondo i dati dell'European Environment Agency relativi al 2011, l'ecoindustria ha visto crescere negli ultimi anni il proprio fatturato con un tasso di crescita annuale nominale dell' 8,3% e un valore che rappresenta il 2,5% del Pil europeo. "E in questo settore l'Italia occupa una posizione di co-leadership insieme con la Germania, soprattutto nei settori delle energie rinnovabili e del riciclo dei rifiuti", aggiunge Bianchi. Un vero e proprio volano, quindi, per la ripresa economica perché in grado di attivare da subito occupazione e investimenti. A parità di investimento, infatti, in questi settori la conversione ambientale genera maggiore occupazione e maggiore domanda interna, oltre che un netto beneficio ambientale.
Per esempio, nel settore dei rifiuti, un incremento del 20% del riciclo comporta la creazione di 15.000 posti di lavoro stabili; nella gestione del rischio idrogeologico, un pari investimento in opere di riqualificazione ambientale genera un 10% di occupazione in più rispetto a quello in opere convenzionali; nella gestione delle risorse idriche, interventi di risparmio e di ambientalizzazione, a paritù di investimenti generano il 30% di occupati in più rispetto a interventi acquedottistici o fognari tradizionali. Per svilupparsi, però, la green economy ha bisogno di "diverse politiche di investimento, priorità chiare, un quadro normativo e un sistema di regole che almeno non la penalizzino, riforma della fiscalità che elimini i sussidi perversi e che sposti il carico fiscale dai redditi ai consumi, in particolare i consumi energetici", aggiunge Bianchi. "Per questo - commenta il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - abbiamo inviato una lettera al ministro Corrado Passera, con l'intento di segnalare alcuni sprechi di risorse economiche e ambientali che possono essere rimossi e alcune voci che a nostro parere andrebbero tassate, per alleggerire la pressione fiscale su impresa e lavoro spostandola sul consumo di risorse ambientali, alcuni degli strumenti patrimoniali e tariffari che se ben utilizzati, oltre a recuperare risorse economiche, orienterebbero il nostro sistema produttivo sulla strada dell'innovazione e della modernizzazione''. Gli occupati in Italia nel settore delle fonti rinnovabili sono già oltre 100 mila, che potrebbero diventare 250 mila al 2020 o addirittura 600 mila considerando il comparto dell'efficienza e della riqualificazione in edilizia. Nel complesso, nel corso del 2011 il 38% delle assunzioni programmate in Italia è riconducibile alla sostenibilità ambientale. Si tratta di più di 220.000 assunzioni sul totale di quasi 600.000 previste dalle imprese nel 2011. Di queste, circa la metà (97.600 assunzioni) sono legate a professioni green in senso stretto: energie rinnovabili, gestione delle acque e rifiuti, tutela dell'ambiente, green mobilities, green building ed efficienza energetica (Rapporto GreenItaly 2011 di Symbola e Unioncamere).

fonte - Adnkronos

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