
Come è facile immaginare ognuno dei Paesi ha un debito diverso, ma anche caratteristiche climatiche diverse. La Spagna e l'Italia, ad esempio, potrebbero concentrarsi sul fotovoltaico, l'Irlanda sull'eolico e il Portogallo su un equilibrio tra entrambe le tecnologie. L'Irlanda ha circa 40 miliardi di debito e dovrebbe concedere agli investitori circa 550 km quadrati che significa una quota inferiore all'1 per cento del suo territorio. Il debito della Grecia ammonta a 210 miliardi che significa una superficie di 2.800 chilometri quadrati, pari al 2 per cento del suo territorio. I 78 miliardi di debito del Portogallo corrispondono a 1000 chilometri pari all'1 per cento del territorio. Non viene invece presa in considerazione la stima per l'Italia.
Al pensiero di van Wijnbergen si associa anche Marco Witschge, direttore della "Nederland Krijgt Nieuwe Energie", la fondazione olandese che si occupa di sviluppo sostenibile e di energie rinnovabili, che ritiene conveniente combinare la crisi del debito con quella energetica, al fine di ottenere due effetti positivi. Il primo è di generare occupazione nei Paesi interessati allo scambio tra debito ed energia, il secondo è di stabilizzare negli anni il debito stesso perché la strategia di van Wijnbergen significa trasformare i miliardi di debito in un investimento a lungo termine.
fonte - ANSA
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